
Oggi parliamo di vino vegano, una delle tendenze emergenti nel mondo del vino. L’idea di portare sul mercato vini vegani nasce come conseguenza della diffusione della cultura alimentare vegetariana e vegana. Ma una domanda sorge spontanea: cosa significa che un vino è vegano? E perché c’è bisogno di certificare la natura vegana di un vino?
In questo articolo proverò a dare una risposta a queste due domande.
Il termine “vegano”
Iniziamo con una breve definizione generale del termine “vegano” che ci consentirà in un secondo momento, di capire meglio cos’è un vino vegano.
Sembra essere stato Donald Watson, uno dei fondatori della vegan society, a coniare il termine “vegano”. È un neologismo composto dall’inizio e la fine della parola “vegetarian” che sta appunto ad indicare l’inizio e la fine del vegetarianismo. Al di là dei cenni storici, il veganismo, diversamente dal vegetarianismo, consiste nel rifiuto di mangiare qualsiasi cibo di derivazione animale.

Il vino vegano
Il vino vegano è un vino che è realizzato senza l’utilizzo di prodotti o derivati di originale animale che vengono rifiutati da coloro che seguono un’alimentazione vegana. L’assenza di prodotti di origine animale deve obbligatoriamente accompagnare tutte le fasi di produzione del vino vegano.
Risulta importante sottolineare che per produrre un vino vegano, è vietato l’impiego di qualsiasi tipo di derivato di origine animale. Esempi di derivati di origine animale sono: albumina d’uovo, caseina o caseinati, l’ovalbumina e il lisozima da uovo. Questi, invece, possono essere impiegati nelle produzioni “vegetariane” e nelle produzioni convenzionali.
Il processo produttivo
Un vino nasce biologico e vegano già nel vigneto stesso. Infatti, le prime attenzioni al prodotto nascono proprio da lì. I vigneti dai quali arrivano le uve per i vini sono vigneti dove si utilizzano prodotti esclusivamente naturali per i trattamenti e per la concimazione. Le attenzioni proseguono anche negli step successivi. Durante le fasi di lavorazione in cantina dei vini non vegani, può accadere che vengano utilizzati i cosiddetti “chiarificanti” per eliminare le impurità residue.
In cantina possono essere utilizzati “coadiuvanti tecnologici” e alcuni di questi possono essere di origine animale. Si parla di sostanze, organiche o inorganiche. Queste sono utilizzate ad esempio per filtrare o chiarificare il vino e che sono successivamente eliminate per sedimentazione sul fondo del recipiente e quindi rimosse.
L’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa e la gelatina sono tutti derivati di origine animale che teoricamente dovrebbero essere del tutto assenti nel prodotto finito. Qualora impiegati non si può escludere che rimangano presenti come tracce residue. Per la produzione di vini vegani deve pertanto essere esclusa l’aggiunta di qualsiasi derivato di origine animale in ogni fase di produzione, fino al confezionamento e all’etichettatura. Per la chiarificazione e la filtrazione possono essere impiegati coadiuvanti a base di cellulosa o farine fossili, quindi prodotti di origine vegetale o minerale.

Come riconoscere un vino vegano
Adesso che abbiamo chiarito cos’è un vino vegano, vi starete chiedendo come fare a riconoscerlo tra gli scaffali di un supermercato o di un’enoteca?
Al momento il claim “vino vegano” o similari è un’informazione attualmente non regolata in modo specifico né dalle norme comunitarie né da quelle nazionali. Nel nuovo regolamento comunitario in materia di etichettatura (Reg. CE 1169/2011) in futuro sono previste delle norme per l’utilizzo delle informazioni volontarie relative alle caratteristiche degli alimenti per essere definiti vegetariani o vegani. Ma ad oggi i claim “vegano” come “vegetariano” si configurano come informazioni facoltative, che, come tali, devono sottostare alle norme generali in materia di etichettatura.
Per avere la garanzia che un vino sia vegano è necessario fare chiarezza sulla differenza che esiste fra marchio vegan e certificazione vegan. I marchi vegan prevedono alcuni standard ai quali il prodotto deve corrispondere, e sono rilasciati a pagamento; i marchi più noti sono Vegan OK® e Qualità Vegetariana Vegan®. L’autocertificazione deve rispettare la cosiddetta Certificazione Ambientale di Prodotto, che prevede la responsabilità penale e civile di chi sottoscrive l’autocertificazione. Al consumatore è garantita in questo modo, mediante l’apposita etichetta, la lettura in chiaro degli ingredienti contenuti nel prodotto. L’etichetta di VeganOk® si riconosce dalla grande “V” verde inserita in un cerchio verde, con la scritta VeganOk alla base, mentre il simbolo dell’etichetta di Qualità Vegetariana Vegan® è una “Q” maiuscola con la scritta “Vegan” al suo interno e la scritta “Qualità vegetariana” alla base.
La certificazione vegan prevede un iter disciplinare rigoroso.
È un organismo terzo a rilasciare l’attestato di prodotto vegano, in seguito a una serie di controlli ben precisi, volti a confermare la qualità e l’idoneità del prodotto a essere certificato come vegano. Gli organismi deputati alla verifica dei requisiti sono enti privati, come Icea o biocert, che si prendono l’impegno e la responsabilità di verificare che il prodotto sia il risultato di una lavorazione “cruelty-free” al 100%, che escluda quindi non solo qualsivoglia ingrediente di origine animale, sia nel prodotto alimentare che verrà consumato che nella strumentazione usata e nei materiali delle confezioni, ma anche che non sia stato fatto uso di ingredienti che abbiano comportato in qualsiasi misura la sperimentazione o lo sfruttamento animale.
Vegano o non vegano?
Fino a qualche anno fa non si parlava minimamente di vini vegani.
Da un paio di anni a questa parte invece, si sta assistendo ad una crescita significativa di interesse e di certificazioni presenti. La richiesta di vini vegani deriva dal fatto che i consumatori sono sempre più attenti alle caratteristiche degli alimenti che consumano. In modo particolare i consumatori sono sempre più attenti all’assenza di ingredienti derivanti dall’uccisione o sfruttamento di animali. Questa sensibilità è sempre più in aumento in Italia, come all’estero.
Quindi: vegano o non vegano? Come sempre la scelta spetta solo ed unicamente a voi. La scelta vegan è anche una scelta etica, di cui è necessario tenere sempre conto quando si decide di acquistare un vino.
Abbiamo visto in questo articolo cosa differenzia un vino convenzionale da un vino vegano, per chi infatti ha fatto della scelta vegana uno dei valori della propria vita si tratta di un’informazione che riveste un peso importante.
Per avere la certezza di consumare un prodotto vegano al 100%, è necessario acquistare vini che presentino la relativa certificazione (prodotto certificato vegano), che garantisce che non siano stati utilizzati ingredienti di origine animale in nessuna fase della lavorazione del prodotto finale messo in vendita.
Come abbiamo visto attualmente non esiste una normativa nazionale ed europea che regoli il sistema di certificazione vegana. Tuttavia, ormai da qualche anno sono state introdotte alcune modalità che tutelano il consumatore vegano, perché possa essere sicuro di consumare un prodotto che risponda alle esigenze dettate dalla dieta alimentare che ha scelto.
Luca Gardini