Chi ha inventato il vino?

Un’origine antica quella del vino, le numerose testimonianze su chi ha inventato questo pregiato prodotto si perdono nel passato più remoto.

La storia del vino si intreccia con i grandi eroi della letteratura del passato e con la religiosità intrinseca della cultura dei popoli primitivi. E non solo, si intreccia anche al contempo con le civiltà antiche ed i miti della fondazione.

È una storia ricca ed articolata, fatta di scoperte, di invenzioni e di innovazioni. L’invenzione del vino è attribuita a moltissime civiltà o personaggi. Ma ancora oggi gli studiosi non riescono a indicare con assoluta certezza chi davvero è l’inventore di questo meraviglioso prodotto e dove sia stato inventato.

Nonostante ciò, sono numerosi coloro che continuano a cercare la risposta a questa domanda. Indagando e documentandosi, riportano in tal modo notizie sempre nuove che fanno localizzare la nascita del vino in luoghi e tempi differenti.

Etimologia

La parola italiana “vino” deriva dal latino “vinum” che a sua volta trae origine dal greco classico “οἶνος”. L’origine comune della parola in tutte le civiltà di derivazione indo-europea permetterebbe di testimoniare l’antichità di questa bevanda.

L’uso di questa parola latina si sarebbe diffusa ai popoli che parlavano umbro, osco, falisco e leponzio. Dopo, si sarebbe diffusa anche alle lingue celtiche e germaniche. Allo stesso modo, anche i termini slavi usati per riferirsi a questa bevanda sembrano derivare dal prestito latino.

Altre teorie raccontano che il termine deriverebbe dalla parola sanscrita “vene”. Questo termine è caratterizzato dalla stessa radice di Venere, nome della dea romana dell’amore e del piacere, a connotazione della vocazione del vino legata al godimento e piacere dello stesso.

Le diverse mitologie sull’invenzione del vino

Esistono numerosi miti affascinanti che hanno dato origine a numerose figure della mitologia. Per esempio, il dio greco Bacco, diventato il simbolo del vino e della sua storia.

È possibile affermare che le grandi civiltà delle origini utilizzavano il consumo di vino per diversi scopi. Rituali e intrattenimento, hanno prodotto diversi miti relativi alla coltivazione della vite e alla trasformazione dell’uva in vino. Vediamone alcuni.

Antico Testamento e Cristianesimo

Secondo alcune testimonianze bibliche, fu Noè a inventare il vino. Dopo il Diluvio Universale, avendo trovato uno dei rami che Adamo aveva sottratto dal paradiso terrestre, piantò la prima vite e, trovati deliziosi i frutti, imparò a coltivarla e a ricavare dai suoi grappoli questo meraviglioso prodotto, il vino.

Non è però l’unica attestazione del vino e della vite nell’Antico Testamento. Alcune tradizioni vedono nella vite e non nella mela il frutto proibito che comportò la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden.

Il tema del vino ritorna poi anche nel Cristianesimo. Questa bevanda assume una funzione fondamentale durante l’Eucarestia, diventando il simbolo del sangue di Gesù Cristo.

Persia

Conoscete le imprese eroiche dello scià Jamshid?

Per i persiani, la scoperta del vino si intreccia con le sue imprese eroiche. Egli infatti ricevette in dono il seme della vite come ringraziamento per aver salvato la vita ad una magica creatura. La leggenda racconta che quando i grappoli della vite, una volta raccolti, iniziarono ad emanare un cattivo odore, Jamshid fece nascondere le giare in cantina, etichettandole come veleno.

Una delle sue concubine cercò di togliersi la vita e bevve la bevanda ritenuta veleno ma anziché morire avvelenata, scoprì gli effetti benefici e meravigliosi del vino ed informò subito il sovrano della sua scoperta, riguadagnando la sua attenzione.

 

Grecia

Per la mitologia greca è il dio Dioniso colui che inventò il vino. Secondo i miti greci fu proprio lui a insegnare agli uomini le tecniche di vinificazione.

Il dio, giocando con alcuni acini d’uva tra le mani, ne fece scorrere il liquido dolciastro e, una volta assaggiatolo, fu colto di sorpresa da un particolare stato di allegria. Capì in seguito che il sapore di questa bevanda migliorava se veniva fatta riposare.

E, molto probabilmente, si deve proprio ai greci la diffusione della cultura del vino in tutto il mondo, poiché era costume nei loro viaggi portarsi dietro viti da piantare nelle nuove terre colonizzate. Lo sapevate? Il vino greco era prevalentemente bianco, dolce e molto alcolico, ma a parte queste notizie di base, non si hanno informazioni sul tipo di vitigno o la provenienza.

Romani

Per i Romani il vino era considerato come una vera e propria bevanda di lusso anche se la qualità era inferiore a quella dei greci. Il prodotto iniziò a migliorare con la conquista di altri territori.

Ai romani si deve la diffusione di vari tipi di vite in Italia e in Francia. Alcuni vini bianchi prodotti dai romani sembra venissero da uve nere, le quali venivano private della buccia prima della fermentazione.

Le scoperte archeologiche sulla nascita del vino

Nonostante numerose testimonianze collocano l’invenzione del vino in Egitto, le scoperte archeologiche parlano di una prima produzione di vino nella zona del Caucaso, circa dieci mila anni fa.

Gli studiosi scoprirono la giara di vino più antica, risalente al 5.100 a.C., in un villaggio neolitico nella parte settentrionale dell’Iran, mentre la più antica “casa vinicola” risale al 4.100 a.C. con sede in Armenia. Qui, infatti, è stata ritrovata una grotta utilizzata per la fermentazione e produzione del vino, dove ancora oggi nasce in modo del tutto spontaneo l’uva selvatica.

Mentre, la vitis vinifera, la pianta da cui ha origine la vite, è attestata in Cina fin dal 7.000 a.C. circa, in Georgia dal 6.000 a.C., in Iran fin dal 5000 a.C., in Grecia fin dal 4500 a.C., sulle rive del Mar Caspio e nella Turchia orientale. Numerosi sono stati gli studi archeologici svolti negli anni, per comprendere e confermare quello che fosse il vero luogo di nascita del vino. Le scoperte più recenti sembrano confermare la tesi più diffusa che vede nel Caucaso il luogo di origine del vino.

In questa regione, nei pressi del fiume Arpa, tra il 2007 e il 2010, gli studiosi hanno rinvenuto una grotta con 3 locali interamente dedicati alla vinificazione. Hanno trovato una cantina con macchinari volti alla pressatura dell’uva, un serbatoio per la fermentazione, insieme a numerosi contenitori per il vino.

Il sito è datato intorno al 4.100 a.C., ovvero diversi secoli prima di quella considerata fino a poco tempo prima la più antica testimonianza di vinificazione della storia: un bassorilievo in una tomba dell’Antico Egitto datato intorno al 2.500 a.C.

Uve e provenienze

Ripassiamo alcuni concetti basilari: come saprete infatti ogni tipo di uva produce un vino con caratteristiche diverse.

Un vino bianco si ottiene prevalentemente da uve a bacca bianca, o in alcuni casi da uve a bacca nera ma con una polpa incolore. La dolcezza del vino bianco è dipesa dai semini che troviamo negli acini. Gli acini variano da un colore giallo ad un colore verde, essi contengono dei semini all’interno che determinano una maggiore o minore dolcezza del vino.

Invece sappiamo che le uve rosse producono il vino rosso e ciò che conferisce al vino il suo colore rosso è la macerazione delle bucce contenute nel liquido in fermentazione. Sono due i principali motivi che portano alle diverse sfumature di vino rosso: il vitigno e il metodo di vinificazione.

Sapevate che il nostro Paese vanta probabilmente il maggior numero di varietà di vitigni al Mondo? Da Nord a Sud la nostra penisola ne è davvero ricca. I più conosciuti e diffusi tra i rossi sono il Nebbiolo, il Sangiovese, la Barbera, il Primitivo e il Montepulciano; tra i bianchi il Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia, il Moscato e la Malvasia. Questi sono solo alcuni dei tanti, la lista completa sarebbe interminabile, anche grazie ai recenti studi ampelografici e alle analisi sul DNA dei vitigni, che hanno fatto emergere interessanti scoperte su nuove varietà autoctone rimaste a lungo sconosciute.

 

Luca Gardini

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