
L’Alto Adige è una regione storicamente vocata per la viticoltura di qualità, che in queste terre può vantare origini molto antiche. Il clima caratterizzato da forti escursioni termiche stagionali tra il giorno e la notte, i terreni di varia natura e le belle esposizioni, contribuiscono a creare un ambiente perfetto per la coltivazione della vite. È un terroir in cui fin dall’ottocento hanno trovato dimora i più importanti vitigni internazionali sia a bacca bianca, che rossa. Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sylvaner, Riesling, Müller-Thurgau, Kerner, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot, si esprimono in Alto Adige a livelli d’eccellenza mondiale. Tuttavia esistono anche numerosi e interessanti vitigni autoctoni, che da sempre fanno parte della cultura e della storia della regione e che producono vini tradizionali, con una forte impronta territoriale.

Vitigni autoctoni altoatesini
Schiava
Cominciamo il nostro viaggio con un vitigno spesso sottovalutato ma di grande interesse, soprattutto per le sue particolari caratteristiche: la Schiava Gentile. È il clone più rappresentativo di questo antico vitigno autoctono, presente anche nelle
varianti meno pregiate, di grossa, grigia e nera. L’uva Schiava, pare sia originaria della Slavonia in Croazia o comunque dell’area balcanica. È stata introdotta in Italia attorno al XIII secolo, all’epoca delle invasioni longobarde. Il nome potrebbe proprio derivare dalle sue terre di provenienza “Slavonia-slava-schiava”. È un vitigno piuttosto rustico, molto generoso e dalla produzione abbondante, che va controllata e limitata per ottenere uve di qualità. Il vino prodotto con la Schiava Gentile ha un colore rubino chiaro, quasi trasparente. Il bouquet è fresco, fragrante e fruttato. Al palato ha un corpo medio con bouquet fruttato, buona acidità, tannini leggeri e finale leggermente ammandorlato. È un vino che offre molte possibilità d’abbinamento con la cucina del territorio, a partire dallo speck e dai taglieri di salumi e formaggi. Ottimo per accompagnare i canederli, il risotto con i finferli, i piatti a base di verdure, le carni bianche, in particolare pollo e coniglio.
Lagrein
Un altro vitigno autoctono a bacca rossa dell’Alto Adige è il Lagrein. Le sue origini sono molto antiche, potrebbe essere originario della Grecia e aver trovato nei dintorni di Bolzano un terroir ideale per esprimere le sue caratteristiche. Possiede alcuni tratti in comune con Teroldego e Marzemino, altri vitigni a bacca rossa autoctoni del Trentino. Ama i versanti esposti a sud, con suoli composti d’argille e ghiaie e matura verso metà ottobre. Tradizionalmente è vinificato in due versioni: Kretzer rosato, oppure Dunkel rosso. I rosati sono vini freschi, dai profumi piacevolmente fruttati, con buona acidità, mentre i rossi sono di colore intenso, quasi violaceo con aromi di frutti di bosco, frutta scura e note speziate. Al palato ha un buon corpo, un bouquet ricco e pieno, con giusto equilibro tra trama tannica e acidità. A tavola trova i migliori abbinamenti con gli arrosti e le grigliate di carni rosse o con la selvaggina.
Gewürztraminer
Il Gewürztraminer o Traminer aromatico è uno dei vini bianchi più famosi e apprezzati per le sue caratteristiche uniche e inconfondibili. Si tratta, infatti, di uno dei pochi vitigni aromatici, ovvero che hanno uve che già possiedono gli stessi profumi che caratterizzano i vini dopo la fermentazione. Il vitigno è originario della zona di Termeno, che ancora oggi rimane la sua culla, tuttavia è presente da secoli anche in Alsazia e in Germania, soprattutto nella regione del Palatinato. Proprio in queste zone del nord, pare si siano sviluppati i cloni più aromatici, poi esportati in tutta Europa dopo il periodo della fillossera. Il vino ha un colore giallo chiaro, spesso con riflessi dorati. Il bouquet è esuberante, con aromi intensi di frutta esotica, litchi, frutto della passione, ananas, note speziate, sentori di rosa, anice stellato, chiodi di garofano e frutta candita. Al palato è ampio, suadente, dal bouquet ricco, avvolgente, morbido e con acidità moderata. A tavola trova ottimi abbinamenti con i piatti delle cucine orientali e della cucina indiana, caratterizzati da spezie o note piccanti.
Moscato Giallo
Il Moscato Giallo è un vitigno aromatico autoctono dell’Alto Adige. Fa parte della grande famiglia delle uve moscato, presenti in numerose varietà, sia a bacca bianca che rossa, in molte regioni italiane e Paesi europei. Il suo nome deriva da “muscum”, muschio, e produce un’uva dai profumi intensi. Il moscato giallo, pare sia originario del Medio Oriente e che sia stato diffuso in Mediterraneo dai Greci. Potrebbe essere arrivato nel nord est della nostra penisola grazie ai traffici navali dei mercanti veneziani. È infatti presente anche nella zona dei Colli Euganei, con il nome di Moscato Fiori d’Arancio. È un vitigno che predilige le esposizioni assolate, ha una produzione incostante e piuttosto scarsa. Il vino ha un colore giallo con riflessi dorati. Il profilo aromatico è suadente, con note florerali, di scorza d’agrumi, canditi e spezie. Al palato è morbido soave con bouquet ricco e buona freschezza. Viene prodotto in varie tipologie, secco, spumante dolce o passito.
Moscato Rosa
Il Moscato Rosa è un vitigno d’origine greca, ma rimane un certo mistero su come sia arrivato in Alto Adige, se dai paesi balcanici o dalla Sicilia. È un’uva aromatica, con un intenso profumo di rosa, che si ritrova anche nel vino. È un vitigno molto delicato e difficile da coltivare, produce grappoli spargoli con bassissime rese, ma con acini dagli aromi concentrati e carichi di zucchero. I vini hanno un alto residuo zuccherino naturale è sono di colore rosso rubino, con aromi di rosa, confettura di frutti di bosco, spezie dolci, con cenni di cannella e noce moscata. Al palato ha un aroma morbido soave, ma sempre sostenuto da buona freschezza. È un vino da dessert raffinato ed elegante, perfetto per accompagnare dolci al cioccolato, accompagnati da frutti di bosco.