
La Franciacorta, insieme all’Oltrepò Pavese e alla Valtellina, rappresenta una delle tre aree più importanti della viticoltura in Lombardia. Il territorio della Franciacorta si trova a sud del Lago d’Iseo, in provincia di Brescia. Si tratta di una zona di dolci colline,
delimitata a ovest dal fiume Oglio a est dalle alture di Rodengo, Gussago, Cellatica e a sud dal Monte Orfano. Un rilievo isolato dallo sviluppo nord-ovest, sud-est lungo circa 5km e alto 450 metri. Si tratta di una formazione rocciosa generata da un antico fondale marino e rappresenta il più antico affioramento della pianura padana.

È costituito da conglomerati calcarei, marne e arenarie con presenze fossili. A parte il Monte Orfano, la Franciacorta è una zona piuttosto omogenea da un punto di vista geologico. I suoi morbidi rilievi occupano l’area di un antico anfiteatro morenico, che si è lentamente generato all’epoca delle grandi glaciazioni. Il grande ghiacciaio della Valcamonica, con progressivi e ripetuti ritiri ed espansioni, ha dato vita a una vasta zona di detriti formati da sabbie e ciottoli di diverse dimensioni e varia composizione minerale. Si tratta di un terreno piuttosto povero di elementi organici, ricco di scheletro
e molto drenante. Il territorio è particolarmente adatto alla coltivazione della vite, anche in virtù di un micro clima particolare. Le correnti d’aria fredda provenienti dalla Valcamonica, sono mitigate dalla vicina presenza del lago d’Iseo. La viticoltura ha origini molto antiche, che si possono far risalire addirittura ai primi insediamenti preistorici della civiltà delle palafitte, ritrovati nella zona delle Torbiere del Sebino. Una tradizione che è poi proseguita dai tempi dell’antica Roma, fino all’epoca medioevale senza interruzioni. Già prima dell’anno Mille, erano presenti nel territorio molti conventi monastici, che si occupavano anche di bonificare e dissodare i terreni e della coltivazione delle vigne per uso ecclesiastico. Per queste attività agricole, i monaci insediati sulle colline attorno al Lago d’Iseo, erano esentati dal pagamento dei dazi alle autorità locali e loro territori chiamati per questo motivo “curtes francae”, da cui deriva l’attuale nome Franciacorta. La storia della viticoltura prosegue nei secoli soprattutto con la produzione di vini bianchi e rossi fermi, prima con i vitigni del territorio e nel secolo scorso con l’avvento dei vitigni internazionali: Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. Per una vera rinascita della Franciacorta, bisogna però attendere il secondo dopoguerra. Grazie a una decina di produttori, sostenuti da una grande capacità imprenditoriale e da notevole lungimiranza nell’intuire le potenzialità del terrroir, la Franciacorta si è incamminata sulla strada della spumantistica. La tradizione del territorio e la dinamica intraprendenza delle nuove cantine, hanno creato un connubio vincente, che da allora non ha mai smesso di dare risultati positivi.
Oggi la Franciacorta rappresenta una delle realtà più importanti nel panorama vitivinicolo italiano. I numeri del 2015 si attestano su una produzione complessiva di oltre 16,5 milioni di bottiglie di cui oltre 1,5 all’estero, soprattutto in Giappone (22%), Svizzera, USA e nei principali paesi dell’Unione Europea. Rispetto al 2014 si è registrato un incremento delle vendite del 7,1% in Italia e del 7,5% all’estero con un prezzo medio di vendita in leggera crescita, attorno ai 19 euro. Significativi i dati di crescita nei più importanti paesi esteri: il Giappone registra + 19% e gli Stati Uniti + 16% rispetto al 2014.

Tra le tipologie di Franciacorta che hanno riscosso maggior successo, da segnalare un incremento di vendite del Satèn del 17,5% e del Pas Dosé del 28,8%. Un successo a cui ha contribuito sicuramente anche l’Expo 2015. Franciacorta è stata Official Sparkling Wine di tutti gli eventi della manifestazione. Una vetrina importante a livello internazionale
sia per aumentare la brand awereness, che per promuovere e sviluppare gli aspetti commerciali. Per scoprire le bellezze di una terra ricca di storia, tradizioni e di eccellenze enogastronomiche, si possono percorrere gli itinerari della Strada del Franciacorta. Percorsi eno-turistici, che uniscono alla bellezza naturalistica delle dolci colline coperte da vigneti, un patrimonio storico e architettonico di torri medievali,
palazzi cinquecenteschi, castelli e piccoli borghi, ovviamente senza dimenticare il piacere di visitare le cantine e degustare ottimi vini. Il vigneto della Franciacorta oggi è
composto da Chardonnay per circa l’80% della superficie totale, il Pinot Nero occupa circa il 15%, mentre il Pinot Bianco è stato progressivamente abbandonato fino a rappresentare solo il 5%. Secondo disciplinare, il Franciacorta Docg deve essere composto da Chardonnay e/o Pinot Nero. E’ permesso l’uso del Pinot Bianco fino a un
massimo del 50%. La durata minima dell’affinamento sui lieviti è di 18 mesi. Sono previste varie tipologie: Satèn, Rosé, Millesimato e Riserva.
Franciacorta Satèn è la tipologia più tipica del territorio, unica nel suo genere nella spumantistica italiana. Si tratta di un brut blanc de blancs con una pressione in bottiglia inferiore alle 5 atmosfere, che lo rende particolarmente morbido e cremoso.
Franciacorta Rosé da disciplinare può essere prodotto con pinot nero (minimo 25%), chardonnay, pinot bianco (massimo 50%), ma molte cantine preferiscono realizzare rosé con pinot nero in purezza, che dona maggior struttura e personalità al vino. Può essere prodotto nelle versioni: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry, Demi-Sec.
Franciacorta Millesimato è prodotto con vino che proviene almeno per 85% da un’unica annata. Per solito viene realizzato nelle annate migliori, per esaltarne l’eccellenza e il carattere particolare. Il suo valore esclusivo è sottolineato anche da un periodo di affinamento sui lieviti più lungo; può essere messo in commercio solo dopo 37 mesi dalla vendemmia. Può essere prodotto nelle versioni: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, a eccezione dei Satèn Millesimati, declinati solo Brut.
Franciacorta Riserva rappresenta la punta qualitativa più alta. Sono dei Millesimati
che devono sostare sui lieviti per almeno 5 anni, in modo da acquisire quella complessità evolutiva e profondità gustativa, che ne aumenta il prestigio e il fascino. Può essere prodotto nelle versioni: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, a eccezione dei Satèn Riserva, declinati solo Brut. Come abbiamo visto, le varie tipologie di Franciacorta possono essere declinare in varie versioni, a seconda del dosaggio, ovvero della quantità di zucchero aggiunta con la liqueur d’expédition dopo la sboccatura. La tendenza degli ultimi anni è di privilegiare dosaggi bassi anche per i Brut, attorno a 5/6 gr/l, in modo da lasciare spazio alle qualità naturali del vino. L’aumento del consumo di Pas Dosè degli
ultimi anni conferma questa tendenza verso la preferenza per Franciacorta dal profilo sempre più puro e pulito.
Dosaggi:
• Pas Dosé (zucchero fino a 3 g/l) residuo naturale del vino, senza aggiunta di zuccheri
• Extra Brut (zucchero fino a 6 g/l)
• Brut (zucchero inferiore a 12 g/l)
• Extra Dry (zucchero 12-17 g/l)
• Dry (zucchero 17-32 g/l)
• Demi-Sec (zucchero 33-50 g/l)