
Degustato per noi dagli amici de Il Gusto Relativo

Appartenente alla DOC Prosecco, il Riva di Rocca di Case Bianche rientra a pieno titolo tra la lista dei vini che chiedono solamente di essere bevuti, senza troppe discussioni o parametri tecnici da degustatori. Semplicità, “pronta beva”, leggerezza, amabilità (per merito del suo residuo zuccherino – 12 g/l – che lo colloca tra gli extra dry) ed una bollicina delicata e poco persistente (in quanto “vino frizzante” e non “spumante” e quindi con minore pressione atmosferica, raggiunta dopo la presa di spuma – sotto i 2.5 bar), caratterizzano questo vino che è pronto per essere accolto nei palati di tutti gli amanti del vino, tecnici o meno.
Scopriamo, quindi, in dettaglio, il Prosecco «Frizzante» Riva di Rocca. Trasformato con metodo Charmat, il vino si presenta estremamente pulito, molto trasparente e brillante, con un perlage mediamente fine e persistente e “poco distribuito”. Il colore è “sobrio” e la sua tinta giallo paglierino scarico, conferma “l’ordinalità” del vino. Il naso “ha poco da lavorare” sopra il calice di questo vino frizzante e data la sua leggera intensità olfattiva, che lo colloca tra i vini schietti, ma di comune finezza e sottile complessità, identificare qualche famiglia odorosa richiede un raffinato lavoro di “fiuto”. Lavoro che ci porta a scoprire un buon sentore di mela verde, bagnata con del succo di limone, come a formare una macedonia monocorde servita in un piccolo recipiente di legno (caratteristica – boisè – che è davvero velata ma ben identificabile, anche se non dovuta a passaggi in botte). In bocca il vino è molto leggero, fresco, leggermente sapido ed equilibrato.
Queste caratteristiche aumentano la sua “bevibilità”, che è rafforzata dal residuo zuccherino, tipico di un extra dry, e che lo rende ancor più amabile e piacevole da bere, pronto per un aperitivo o semplicemente per gustarlo in una calda serata d’estate.