
Sempre più spesso si sente parlare di Orange Wines, vini che a volte disorientano con il loro colore arancio, decisamente insolito per le nostre abitudini quotidiane.

Sono vini particolari, che nascono da uve a bacca bianca vinificate in rosso, ovvero con una mecerazione sulle bucce nella fase fermentativa. Non tutti i vini macerati sono Orange Wines, vi sono bianchi che stanno a contatto con le bucce per un tempo così breve da non assumere colori aranciati o ambra.
Si tratta di una vera e propria particolare tipologia di vini, che si affianca ai bianchi, ai rossi e ai rosati. Inutile fare paragoni con i bianchi tradizionali, sono altra cosa e come tali vanno trattati e giudicati.
In Italia, la vinificazione con macerazione sulle bucce per produrre Orange Wines, a parte vecchie tradizioni, occasionalmente presenti in tutta la penisola, ha una storia abbastanza recente. Solo una quindicina d’anni fa, grazie alla voglia di sperimentare di alcuni viticoltori friulani della zona di Oslavia, in primis Josko Gravner, si è diffusa la pratica di produrre vini da uve a bacca bianca, con lunghe macerazioni sulle bucce. In realtà la scelta è stata un ritorno al passato, alla storia della viticoltura e del vino, che vanno ricercate nell’area caucasica di Georgia e Armenia. Ancora oggi, in Georgia, soprattutto nella pregiata zona di Kakheti, i vitigni bianchi vengono vinificati in rosso secondo le antiche tradizioni della millenaria cultura locale. La vinificazione avviene in anfore di terracotta completamente interrate e la macerazione sulle bucce dura diversi mesi. Il successivo affinamento del vino, sempre in anfora, dura alcuni anni. Il risultato di questo procedimento è un vino dal colore arancio, più o meno intenso a seconda del tempo di macerazione, con caratteristiche molto particolari. Il contatto con le bucce cede aromi, colore, polifenoli e tannini, che donano complessità, struttura, persistenza e longevità. Una tecnica produttiva che, grazie alle sostanze estratte dalle bucce, garantisce anche una maggior stabilità naturale e consente di fare vini con un impiego veramente minimo di solforosa.

Solitamente per i produttori di Orange Wines il minimo intervento in cantina è solo l’ultimo passaggio di una particolare attenzione applicata a tutto il processo produttivo, a partire dalla scelta di utilizzare protocolli di coltivazione biologica. Orange Wines diventa così spesso anche sinonimo di un modo di fare vino più naturale possibile, nel rispetto della natura e dell’ambiente.
Sono vini particolari, dal profilo olfattivo e gustativo caratteristico. Difficile tracciare un quadro che rappresenti la tipologia, che soprattutto nel caso di macerazioni non lunghissime, lascia ampio spazio alle caratteristiche tipiche di ogni singolo vitigno. Il colore può andare dall’oro antico, quasi ambrato ai toni dell’arancio, più o meno intenso. Al naso esprimono grande complessità, con prevalenza di note evolute, con aromi di frutta candita, erbe officinali, spezie, miele, sentori di pietra focaia e d’idrocarburo. Al palato hanno una buona struttura, corroborata dalla presenza di polifenoli e tannini, che conferiscono una palpabile ruvidità al sorso. Gli aromi sono ampi, profondi, spesso con acidità piuttosto contenute, sapidità quasi salmastra e decise note minerali. Per quanto riguarda i materiali utilizzati per l’affinamento, c’è la più vasta scelta, dall’acciaio, al legno, fino all’anfora in terracotta d’ispirazione georgiana. In comune hanno una grande longevità e una possibilità di abbinamento a tavola con piatti strutturati e aromaticamente complessi. Ottimi con le carni bianche e con i formaggi saporiti di media e lunga stagionatura.
