Le principali Guide dei Vini italiane: L’Espresso e Slowine

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Continua la nostra panoramica sulle principali guide italiane del settore enologico. Oggi parliamo della guida Vini d’Italia de L’Espresso e della Guida Slowine

Vini d’Italia – L’Espresso

Altra Guida storica è quella pubblicata dall’Espresso e giunta ormai alla sedicesima edizione.

Tradizionalmente la guida aveva un’impostazione abbastanza simile a quella del Gambero Rosso, anche se con una diversa scala di valutazione, che contemplava punteggi in ventesimi, tradotti poi per i vini che si aggiudicavano valutazioni più alte in un numero di bottiglie: da una a cinque. Ai premi alle singole etichette si affiancava la segnalazione con una stelletta per le cantine complessivamente più meritevoli.

Una Guida che ha sempre voluto parlare al grande pubblico degli appassionati e curiosi, con un linguaggio semplice e l’idea di diffondere sempre di più la cultura del vino.

L’edizione del 2017 ha segnato un profondo cambiamento della Guida. Il progetto è stato affidato ad Andrea Grignaffini e Antonio Paolini e al loro staff di collaboratori, che dopo oltre 20.000 degustazioni, hanno selezionato 300 etichette divise in tre diverse sezioni: 100 vini “da bere subito”, già pronti da gustare; 100 vini “da conservare”, destinati all’affinamento in cantina; 100 “da comprare” per il rapporto qualità-prezzo.

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L’intento è di porre l’interesse del consumatore al centro del progetto, cercando di guidarlo nel consumo del vino giusto al momento giusto, anche con un occhio al portafoglio.

Guida Slowine

La Guida Slow Wine è nata nel 2011, all’interno del più ampio progetto di Slow Food.

E’ curata da Fabio Giavedoni e Giancarlo Gariglio, con l’aiuto di una numerosa schiera di collaboratori. Si tratta di una guida particolare, che oltre alla qualità del vino vuole premiare anche i valori legati alla sostenibilità ambientale, con un occhio di riguardo per le realtà che operano in regime di agricoltura biologica e biodinamica. Una scelta in linea con i principi dell’editore e che ha saputo interpretare e andare incontro a un cambiamento in atto nella sensibilità degli appassionati, sempre più attenti anche agli aspetti legati al mondo agricolo e produttivo.

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La Guida ha trovato così una sua identità differente e unica nel panorama del vino e oggi raccoglie i frutti di un percorso coerente, che ha cavalcato un fenomeno in crescita. Se nella prima edizione le cantine Bio erano circa un quinto, ora hanno abbondantemente superato un terzo del totale, con un incremento che segnala un profondo cambiamento dell’universo vitivinicolo italiano. Ad esempio, nell’ultima edizione, il fatto di non utilizzare il diserbo chimico nei vigneti è diventata una conditio sine qua non per ottenere il riconoscimento di Vino Slow o della Chiocciola per l’Azienda.

Una guida perfetta per chi non si accontenta della qualità dei vini, ma allarga lo sguardo anche alla conduzione della vigna e più in generale ai fattori di sostenibilità ambientale e rispetto della natura.

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