
Stando a quanto ci racconta la storia, lo Champagne non sarebbe stato inventato grazie a una felice intuizione o a seguito di lunghi esperimenti. È stato inventato per un errore del celebre monaco benedettino Dom Pierre Pérignon, che nel XVII secolo vinificava le uve raccolte nei vigneti circostanti l’Abbazia di Hautvillers, nella regione francese dello Champagne.
Dalla svista o distrazione che ha provocato una non deliberata presa di spuma, è nato un vino unico al mondo, oggetto del desiderio di appassionati e collezionisti, il cui nome evoca eleganza, charme, piacere e anche lusso, visti i prezzi non proprio accessibili.
Ed ecco il punto che andremo a toccare oggi: perché lo Champagne costa così tanto?

Le uve
I prezzi delle uve destinate alla produzione di Champagne sono fissati dal CIVC (Comitato Interprofessionale del Vino di Champagne). Le grandi maison di Champagne acquistano la maggior parte delle uve di cui hanno bisogno, preziosi acini tra i più costosi al mondo.
Le uve di Champagne sono vendute a caro prezzo poiché le aree di produzione sono ben delimitate nei vigneti della Champagne. Il prezzo delle bacche è compreso tra 6€ e 7€ al kg. Il prezzo aumenta ulteriormente nel caso in cui si scelga di utilizzare uve da agricoltura biologica o biodinamica, per rispondere alla domanda sempre crescente di champagne bio.
La tradizione vitivinicola di questo territorio è storicamente molto rispettosa dell’ambiente e attenta a ridurre al minimo l’impatto dell’uomo sull’ecosistema. Per questo la quasi totalità dei produttori di Champagne otterranno con ogni probabilità la certificazione Bio, nel corso dei prossimi anni, facendosi carico dei relativi costi.
I vitigni che concorrono alla produzione dello Champagne sono il Pinot Noir, il Pinot Meunier e lo Chardonnay. Sono questi i vitigni che conferiscono eleganza e complessità al famoso vino spumante. Altri vitigni sono comunque ammessi negli assemblaggi, anche se in piccole percentuali. Sono l’Arbane, il Petit Meslier, il Pinot Blanc e il Pinot Gris. Per produrre una bottiglia di champagne da 75cl, ci vogliono 1,2 kg di uva. Basti pensare che il costo delle uve contenute in ciascuna bottiglia è di circa 7,20 €.
Produrre uno champagne è complesso e richiede molto tempo. Il costo relativo alla produzione rappresenta il 10% del prezzo del prodotto finale. Il prezzo della bottiglia e la sua etichetta rappresentano circa 1,50 €, costi che sono notevolmente aumentati nell’ultimo periodo. Esistono altri metodi meno costosi per produrre vini effervescenti. Il Metodo Champenoise è tuttavia quello che offre i migliori risultati.

Vendemmia manuale
Fin dalla vendemmia vengono applicati i più alti criteri di qualità. Una vendemmia manuale è quindi obbligatoria in Champagne, al fine di raccogliere i grappoli interi e non danneggiare le bacche. Ciò implica di base un costo di manodopera e di logistica, per portare le uve dalle parcelle alla cantina. Per la stragrande maggioranza degli Champagne il prodotto finale è il risultato di assemblaggi di uve raccolte in diverse annate. Invece per gli Champagne millesimati le uve devono obbligatoriamente provenire per il 100% dalla stessa vendemmia. Nella regione dello Champagne, il clima è continentale e fresco, il che rende la viticoltura a volte complicata. Per questo motivo gli Champagne d’annata vengono elaborati solo durante stagioni eccezionali. Questi elementi influenzano direttamente il prezzo finale.
Vinificazione
La vinificazione, definita “Metodo Tradizionale” o “Metodo Champenoise”, richiede non solo tempo, ma anche conoscenza, esperienza e maestria. Negli Champagne, gli assemblaggi vengono eseguiti in modo rigoroso da personale altamente qualificato. Per gli Champagne di grandi maison o Champagne d’annata, gli assemblaggi sono ancora più precisi e soggetti a regole rigorose.
Affinamento
Una volta effettuata la fase di assemblaggio, che prima dell’introduzione di moderne tecnologie richiedeva fino a otto settimane, si passa all’affinamento dello Champagne in botti di rovere e questa fase può durare diversi anni. Per gli Champagne entry-level, l’invecchiamento, così come le fasi precedenti, è ridotto al minimo. Nel caso degli Champagne millesimati, il tempo di affinamento è prolungato fino a 36 mesi. Per una maison di champagne questa attesa prolungata genera un costo di stoccaggio che si riflette ovviamente sul prodotto finale.
Marketing
Il costo elevato dipende anche da altre ragioni legate all’immagine e alla notorietà dello Champagne nel mondo. Inoltre, le spese di marketing contribuiscono a creare e a mantenere questa notorietà. Questo in particolare per le grandi maison. Dal XIX secolo, una delle missioni delle grandi aziende vinicole dello Champagne è quella di plasmare l’immagine dei loro vini. Lo Champagne è una bevanda destinata a grandi celebrazioni e un’espressione di savoir-faire, lusso e buongusto. Il risultato sono due secoli di successi e un’offerta che fatica a soddisfare la domanda, dato che lo Champagne proviene da un territorio ben delimitato, grande poco più di 30.000 ettari.
L’impatto di questa immagine e di questo meccanismo di mercato sui costi non può essere ignorato.
Personalmente adoro lo Champagne, lo trovo adatto a innumerevoli occasioni e abbinamenti gastronomici, dotato di uno stile assolutamente unico, ricco di fascino e di storia. Consiglio sempre di berlo in una coppa, dal piacevole gusto retrò, è perfetta a mio avviso per esaltarne le caratteristiche.
Concludo quindi con una celebre citazione di Lily Bollinger:
“Bevo Champagne quando sono felice e quando sono triste. Talvolta lo bevo quando sono sola. Quando sono in compagnia lo considero imprescindibile. Lo sorseggio quando non ho ho fame e lo bevo quando ne ho. Altrimenti non lo tocco mai, a meno che io non abbia sete.”
Luca Gardini