

Il Trentino è una regione conosciuta per la grande qualità dei suoi vini. È un territorio in cui molti vitigni internazionali hanno trovato un habitat perfetto per esprimersi ad altissimi livelli qualitativi. Oggi, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Pinot Noir e Cabernet Sauvignon trentini, possono competere alla pari con molti dei vini prodotti nelle migliori zone di altri Paesi. Dobbiamo, inoltre sottolineare la straordinaria tradizione del Trentino nella produzione di spumanti Metodo Classico, soprattutto con uve Chardonnay e Pinot Noir. La denominazione TrentoDoc ha raggiunto punte di vera eccellenza, che la pongono ai vertici della spumantistica italiana e internazionale. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che il Trentino è anche una regione con un interessante patrimonio di vitigni autoctoni, sia a bacca bianca che rossa, capaci di donare vini di grande personalità.
Nosiola: Il Nosiola è un vitigno autoctono a bacca bianca, che nei secoli passati era molto diffuso in quasi tutta la regione e che oggi è diventato un piccolo gioiello enologico, salvato dall’estinzione dalla passione e dall’attaccamento alle tradizioni di pochi viticoltori. Le sue caratteristiche di vitigno piuttosto delicato e dalla produzione incostante, l’hanno spesso penalizzato in favore di varietà internazionali più semplici da coltivare e dal ritorno commerciale più sicuro. Oggi sopravvive soprattutto nella zona di Toblino e sulle colline di Lavis, Sorni e Pressano. Un’area dal clima soleggiato, mitigato dalle brezze del lago di Garda e caratterizzata da terreni d’origine fluvio-glaciale, ricchi di scheletro. Il nome Nosiola, potrebbe derivare dal retrogusto leggermente amarognolo del vino o, secondo altre ipotesi, dal colore giallo-ambra degli acini maturi. Il vino ha un colore giallo paglierino, con un bouquet dagli aromi di frutta bianca e cenni floreali. Al palato ha buona freschezza e una bella vena minerale, con caratteristica nota finale amarognola. Per quanto riguarda la vinificazione, tradizionalmente si preferisce una maturazione in acciaio, ma non mancano versioni invecchiate in legno, soprattutto se si punta più sulla longevità che sul consumo immediato. Molto interessante è il Vin Santo del Trentino prodotto con il Nosiola. Le uve sono fatte appassire su graticci e la
fermentazione, avviene durante la Settimana Santa. Il lungo invecchiamento in
botti di rovere, regala un nettare ambrato con aromi di frutta candita, miele,
frutta secca equilibrati da una piacevole freschezza.
Marzemino: Reso famoso da Wolfgang Amadeus Mozart, che nel suo “ Don Giovanni” cita proprio il Marzemino, tra i prelibati piaceri della tavola, è uno dei vini rossi tradizionali del Trentino. Come quasi tutte le varietà di vitis vinifera, sembra essere originario dell’area caucasica e giunto poi nel nord Italia attraverso la Grecia e la Dalmazia. In Trentino ha trovato un terroir perfetto per esprimersi, soprattutto in Vallagarina, nella zona di Isera, Volano e Nomi. Oltre che in Trentino, è coltivato anche il Veneto, Lombardia, Friuli ed Emilia con biotipi differenti a seconda dei vari territori. Per solito viene allevato con il tradizionale metodo della pergola trentina, produce grappoli di medie dimensioni con acini piuttosto piccoli, dal colore blu scuro. Il vino ha un colore rosso rubino intenso. Il profilo olfattivo è delicato, con profumi di viola e aromi di piccoli frutti di bosco e prugna. Al palato è di media struttura, morbido, armonioso, con tannini gentili ed equilibrata freschezza. E’ un vino rosso delicato, piacevole, che si abbina a primi piatti con sughi di carne, carni bianche, arrosti di maiale e con polenta e funghi.
Teroldego: Il vitigno Teroldego è presente da secoli in Trentino e ha trovato il suo territorio d’elezione nella Piana Rotaliana, in particolare nelle località di Mezzacorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige. Questo territorio, di natura alluvionale e dal clima piuttosto caldo, offre le condizioni ideali per la perfetta maturazione delle uve e la produzione di vini di alta qualità. Il Teroldego è diventato il vino simbolo della Piana Rotaliana e solo qui raggiunge quelle vette d’eccellenza che l’hanno portato a essere uno
dei vini rossi più apprezzati della Regione. Dalle indagini genetiche, pare abbia alcune somiglianze con il Lagrein, il Marzemino e il Syrah e anche se non sono certe, si presume che abbia origini medio-orientali. Il vino ha un colore rubino, intenso e brillante. Al naso esprime aromi di frutta rossa, con note di mirtillo, prugna, lampone. Al palato è di medio corpo, con bouquet fruttato, morbido, vellutato, lievemente tannico e di buona freschezza. È un vino rosso piuttosto duttile a tavola. Si abbina bene con primi piatti dai sughi di carne saporiti, con arrosti, carni alla griglia o selvaggina.

Enantio: Il vitigno Enantio è conosciuto anche con il nome di Lambrusco a foglia frastagliata. È un vitigno autoctono a bacca rossa, coltivato soprattutto nei territori della bassa Vallagarina per la produzione del vino Valdadige Terradeiforti Doc. Le sue origini sono antichissime e pare faccia parte della famiglia delle viti selvatiche, originarie della Vallagarina e della zona del Garda. Già noto ai tempi degli antichi Romani, l’enantio nel corso dei secoli ha rischiato di sparire dal nostro patrimonio ampelografico, se non fosse stata conservata la tradizione di coltivarlo per uso familiare da pochi agricoltori trentini. Il rinato interesse nei confronti dell’Enantio, si deve soprattutto all’attività del Consorzio di tutela vini Terradeiforti, che si è impegnato a valorizzare e far conoscere questo antico vitigno. È un vitigno molto resistente, tanto che ancor oggi esistono vigne centenarie prefillossera. Il vino ha un colore rubino intenso ed esprime profumi fruttati, con note di spezie dolci, al palato denota una buona struttura, con bouquet fruttato, trama tannica ben presente e acidità equilibrata. Ideale da bere con secondi piatti carni rosse, anche importanti, o con la selvaggina.
Casetta: Il vitigno Casetta è conosciuto come Foja tonda o Lambrusco foglia tonda, anche se le ricerche genetiche ne hanno escluso l’appartenenza alla vasta famiglia dei lambruschi. È invece un antico vitigno autoctono della Vallagarina, molto probabilmente proveniente dall’addomesticamento di viti selvatiche. Oggi è coltivato da pochi viticoltori nella zona di Avio e Ala. Ne esistono poche vigne, spesso ancora a piede franco, le uniche sopravvissute alla progressiva diffusione dei vitigni internazionali. Il vino ha un colore rosso intenso. Al naso esprime un bouquet di frutta rossa con nuances vegetali. Al palato è di buon corpo, ampio, caldo, con tannini importanti e bella acidità. Per le sue caratteristiche, è un vino che ha una buona predisposizione all’invecchiamento.