
Con l’articolo di oggi continueremo a sfatare i miti sul vino, un universo affascinante e misterioso, ricco di credenze popolari e leggende metropolitane. Scopriamo altri miti insieme!
Il rosé è un mix tra vino bianco e vino rosso?
In passato, il rosé veniva considerato lo “scarto” del vino rosso, annacquato, scarico e troppo leggero, un assemblaggio di vino rosso e bianco, da bere solo in estate.
Oggi possiamo affermare con certezza che i rosati sono vini di altissima qualità, dotati di espressività, in grado di valorizzare i vitigni da cui vengono ottenuti.
In Italia tutte le regioni producono vini rosa da numerose varietà di uva, dando vita a vini completamente diversi tra loro. I vini rosé del nord Italia si distinguono per eleganza e aromi floreali, quelli del centro Italia sono generalmente più sapidi, mentre quelli del sud Italia tendono ad essere intensi e fragranti.
È errato pensare che i vini rosé siano vini “estivi”, perfetti in ogni stagione anche per piatti a base di pesce, risotti e carni bianche.

Un vino con il tappo a vite è “scadente”?
Il tappo a vite non può essere un indicatore della qualità di un vino e un’associazione a un prodotto scadente. Il tappo a vite (o stelvin) è un sistema di chiusura costituito da una capsula a vite in alluminio.
È una tipologia di chiusura ermetica, in grado di limitare il rischio di evaporazione e ossidazione del vino, in quanto ne protegge le proprietà organolettiche. Un vino con chiusura a vite non rischia il difetto di “tappo” né il deterioramento del vino.
Il tappo a vite è comodo da aprire e consente di richiudere la bottiglia facilmente.
Questa tipologia di tappo è sostenibile da un punto di vista ambientale, in quanto può essere riciclato. Sebbene il tappo stelvin possa essere utilizzato per diverse tipologie di vino, il tappo di sughero è particolarmente adatto per vini da lungo affinamento, poiché garantisce una corretta micro-ossigenazione ed evoluzione del vino nel tempo.
In molti paesi europei il tappo a vite è già molto diffuso, mentre in Italia alcuni produttori stanno iniziando a adottare tappi sintetici.

Il Prosecco ha una data di scadenza?
L’etichetta legale di un Prosecco Millesimato o di uno spumante millesimato deve sempre riportare una data. La data presente sul fronte o sulla retro-etichetta non deve essere scambiata con la scadenza della bottiglia, in quanto indica l’anno in cui sono state vendemmiate le uve e certifica che almeno l’85% sono state raccolte nella stessa annata.
Quando è preferibile bere un Prosecco? Nel primo anno dall’imbottigliamento la freschezza e la fragranza risultano più intense e rendono un Prosecco Brut o Extra Brut molto piacevole.
Se la bottiglia viene conservata correttamente e a temperatura adeguata, può essere degustata anche nei due anni successivi all’imbottigliamento.
Vale lo stesso per un Prosecco Dry o Extra Dry, mentre per il Prosecco Millesimato è possibile attendere anche 4 anni. Il Filanda Rosé un prestigioso spumante rosato voluto dalle figlie del fondatore Giuliano Bortolomiol, e tanti altri ottimi Prosecco ti aspettano su Vino.com.