Qual è la differenza tra Chianti e Chianti Classico?

Il Chianti è uno di quei territori che addirittura precede il vino stesso. Spesso Chianti significa vino rosso ancora prima di essere una zona ben delimitata della Toscana. Nel Chianti, però, come ben saprete, non si producono solo vini rossi.

Oggi ci soffermiamo sulle differenze tra Chianti e Chianti Classico, cercando di fare chiarezza sui vini di questa zona.

Perché sì, le differenze tra il vino Chianti e il vino Chianti Classico non sono solo all’interno del disciplinare di produzione. Le differenze sono soprattutto geografiche, all’interno de “il terroir”.

Chianti e Chianti Classico

Iniziamo dalle prime differenze chiarendo un aspetto molto importante. Il Chianti Classico non è una sottozona della DOCG “Chianti”, ma è una denominazione a sé, identificabile con il logo del Gallo Nero.

Il simbolo del Gallo Nero

Facciamo una piccola parentesi sul simbolo appena citato, il Gallo Nero, che è per tutti i produttori del Chianti Classico un simbolo molto importante. Quando è posto sul collo o sull’etichetta di una bottiglia permette di distinguere un vino prodotto all’interno del territorio del Chianti, ossia un vino Chianti Classico.

Il simbolo, ha un’origine molto antica. Storicamente, parliamo della fine del XIV secolo, si formò la Lega del Chianti, un’unione di città rurali, denominate popoli, che vennero poi dotate di uno stemma: il gallo nero su fondo oro.

Il Chianti Classico

Il Chianti Classico DOCG è prodotto nella regione del Chianti. È una zona produzione particolarmente adatta alla produzione vitivinicola nel cuore della Toscana, tra Firenze e Siena.

Il Chianti

Il Chianti DOCG rappresenta, invece, un vino prodotto fuori dalla zona di origine del resto della Toscana.

Un po’ di storia

Lo sapevate che nel 1971 il Granduca di Toscana, Cosimo III definì per legge i confini geografici dei territori maggiormente vocati alla produzione di uva da vino della regione?

Ebbene sì, tra questi fu identificato il territorio del Chianti. Famoso da secoli per la produzione di vino di ottima qualità, con un territorio vasto di circa 70.000 ettari che si estende tra Firenze e Siena senza, però comprendere le due città entro i suoi confini.

La qualità del vino prodotto in questa zona fu la sua stessa dannazione. All’inizio del 1900, in assenza di specifiche leggi di tutela della denominazione, si iniziò a produrre Chianti anche al di fuori dei confini geografici di questa regione, un po’ ovunque nel resto della Toscana.

Successivamente si tentò di fare chiarezza definendo “Chianti Classico” il vino prodotto all’interno della zona di produzione originaria. Permettendo però, al vino prodotto al di fuori di essa di mantenere il nome “Chianti”, non si fece altro che mantenere viva la confusione tra i consumatori.

La zona geografica del Chianti

Iniziamo dalla geografia. Il Chianti, colline o monti del chianti, hanno una formazione collinare montuosa di una ventina di chilometri, a cavallo tra le Provincie di Siena, Firenze e Arezzo.

I comuni della denominazione che si trovano nella Provincia di Siena sono: Gaiole, Radda, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, e Castellina. Invece, i comuni che si trovano nella provincia di Firenze sono: Greve in Chianti, Barberino Val D’Elsa, San Casciano Val di Pesa e Tavernelle Val di Pesa.

Il Chianti Classico, si suddivide in tre tipologie: Chianti Classico d’annata, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione.

I disciplinari di produzione prevedono l’utilizzo del vitigno Sangiovese nella misura minima dell’80%. Il restante 20% può essere composto da uve a bacca rossa provenienti da vitigni idonei nella regione Toscana. Nella denominazione DOCG vennero poi aggiunte altre sette sottozone: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Colli Senesi, Montalbano, Rufina e Montespertoli.

Anche nel caso del Chianti le tipologie sono tre: Chianti, Chianti Superiore e Chianti Riserva. A cambiare è il disciplinare di produzione che per queste sottozone varia. Si va infatti da un minimo di 70% di Sangiovese, di un massimo 15% di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon e un massimo del 10% di uva a bacca bianca.

Nel caso del Chianti Classico Colli Senesi la base minima del Sangiovese è di 75%, mentre il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon non possono superare il 10%.

La differenza tra Chianti e Chianti Classico

Il Sangiovese è un vitigno particolarmente sensibile che riflette moltissimo il carattere del territorio. È fortemente condizionato da diversi aspetti a partire dal suolo, dal clima e dall’ambiente circostante. Questo dovrebbe aiutare a capire quanto il risultato finale possa essere completamente differente tra un vino prodotto a partire da Sangiovese, coltivato nel cuore della regione Toscana, che darà vita al conosciuto “Chianti Classico”, da quello che invece può essere prodotto fin quasi sulla costa per la produzione di “Chianti”.

La differenza, come già detto, è anche all’interno dei disciplinari di produzione stessi. Il Chianti Classico DOCG prevede regole più stringenti e orientate alla produzione qualitativa (minor resa di uva per ettaro, maggiore invecchiamento minimo, etc). Ma questo sarebbe solo un modo per spostare l’attenzione alla vera e sostanziale differenza tra le due denominazioni: il territorio in cui le uve vengono prodotte.

Facciamo chiarezza

Per anni il Chianti DOCG ha sfruttato la notorietà dei vini prodotti a nome Chianti Classico. A sua volta, i vini Chianti Classico sono spesso identificati come vini economici, di medio-bassa qualità, come la gran parte dei vini Chianti DOCG.

Quale soluzione si potrebbe adottare?

La soluzione più semplice sarebbe quella che le aziende del consorzio del Chianti DOCG abbandonassero volontariamente il nome “Chianti”, cercando nuove nomenclature che possano a sua volta fornire maggiore chiarezza ai consumatori, molto confusi a riguardo. Potrebbero nascere delle nuove denominazioni, come Firenze DOC, Siena DOC, Arezzo DOC, etc.

Come detto Chianti e Chianti Classico sono due denominazioni profondamente diverse. Il Chianti Classico è prodotto all’interno della regione storica del Chianti, mentre il vino Chianti è prodotto al di fuori di essa. Il metodo migliore per distinguere un Chianti Classico da un Chianti è il simbolo del Gallo Nero presente sul collo della bottiglia o in etichetta.

Questa distinzione non deve comunque creare un preconcetto legato alla qualità delle diverse denominazioni. Il fatto che un vino non sia prodotto all’interno dell’area più antica di un territorio, non toglie nulla al valore intrinseco di quel vino. Per quanto sia fondamentale proteggere il valore storico delle nostre antiche aree vitivinicole, è altrettanto importante degustare senza preconcetti, lasciandosi guidare dal proprio gusto e dalla propria esperienza.

Luca Gardini

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